Elizabeth Taylor, Ischia come nido d’amore

Elizabeth Taylor 4

I luoghi della Campania con i suoi innumerevoli paesaggi sono stati spesso scelti come set naturali di tantissimi film e non solo da produzioni italiane. Anche Hollywood tante volte, ai milionari set americani ha preferito i paesaggi del belpaese. Una della produzioni più importanti e più costose di Hollywood è stata senza dubbio “Cleopatra” di Joseph L. Mankiewicz, con Elizabeth Taylor, Richard Burton e Rex Harrison. Il film del 1963, che si aggiudicò quattro premi oscar e quattro golden globe come miglior film drammatico, miglior regia, miglior attore a Rex Harrison e miglior attore non protagonista a Roddy McDowall, fu girato completamente in Italia. Gli interni furono ricostruiti nei teatri di posa di Cinecittà, mentre per gli esterni fu scelta, per alcune tra le scene più significative, l’isola d’Ischia. “Cleopatra” è stato uno dei progetti più travagliati e dispendiosi della storia del Cinema, la 20th Century Fox aveva inizialmente stanziato per la realizzazione della pellicola 2 milioni di dollari, una cifra considerevole per l’epoca, ma la sua realizzazione ne richiese ben 44 milioni. Con queste cifre il kolossal si piazza al 3° posto della classifica dei film più costosi di tutti i tempi. I costi esorbitanti, che mandarono la casa di produzione sulla soglia del fallimento furono causati dalla realizzazione degli elaborati scenari, dei costumi e dei materiali. Solo per i 65 costumi della Taylor furono spesi 194.800 dollari, un vero e proprio record per la maggior somma di denaro spesa per un singolo attore. L’abito più prezioso fu realizzato completamente a mano con oro da 24 carati. A gravare sul budget fu soprattutto il trasferimento del set da Londra a Roma. Infatti in un primo momento era stata scelta la capitale inglese per la realizzazione del film, ma a causa del clima rigido che causò ad Elizabeth Taylor una polmonite con conseguente ricovero d’urgenza in ospedale, dove le venne praticata una tracheotomia per salvarle la vita, la produzione dovette essere trasferita a Roma, in quanto il clima inglese pregiudicava la guarigione della Taylor e danneggiava le piante esotiche della scenografia. La cicatrice della tracheotomia effettuata all’attrice è ben visibile in numerose scene. Con il trasferimento del set cambiarono moltissime cose, a partire dal regista: Rouben Mamoulian fu sostituito da Mankiewicz e anche i protagonisti cambiarono; Peter Finch fu sostituito da Rex Harrison per il ruolo di Cesare e Stephen Boyd da Richard Burton per il ruolo di Antonio. Mankiewicz fu inoltre licenziato durante la lavorazione, salvo essere riassunto quando nessun altro volle assumersi la responsabilità di portare a termine la pellicola. L’idea iniziale del regista era quella di realizzare il kolossal in due lungometraggi separati di circa tre ore ciascuna, “Cesare e Cleopatra” e “Antonio e Cleopatra”, ma la produzione optò, invece, per un unico film di quasi quattro ore. La realizzazione di una nuova versione del film che comprenda anche le due ore mancanti è ancora per molti una speranza. Una delle scene chiave del film, quella della battaglia di Anzio, fu girata a Ischia Ponte, infatti in tutta la sequenza è ben visibile l’isolotto con il castello aragonese. Come si è soliti fare, le comparse che appaiono durante le scene sono tutte del luogo. Centinaia di ischitani furono ingaggiati per le scene di massa e dopo oltre 50 anni dalla lavorazione del film il ricordo di quei giorni, che portarono un pezzo di hollywood nell’isola verde, è ancora vivo nei cuori e negli occhi di quelli che vi parteciparono. All’epoca, a tenere banco sulle cronache rosa era la storia d’amore tra la Taylor e Burton, nata proprio sul set di “Cleopatra” e che era già ben nota al pubblico nel periodo delle riprese sull’isola; questo portò un’attenzione maggiore a tutto il progetto. Su tutti i rotocalchi si raccontavano minuziosamente i dettagli di quest’amore, comprese le furibonde liti che avvenivano spesso in pubblico. Burton per domare la furia della Taylor era solito regalarle dei preziosissimi gioielli. Uno dei più belli e costosi fu un diamante a goccia, tra i più grossi del mondo, di 69 carati. L’attore acquistò il diamante da Cartier dietro pagamento di una somma di denaro che rimane sconosciuta. In numerose interviste rilasciate all’epoca, la diva dagli occhi viola elesse Ischia, con i suoi paesaggi, il suo mare e l’incontaminato scenario, come luogo simbolo dell’amore con Richard. Quello che più amava dell’isola era il contrasto tra il verde brillante della vegetazione e il blu cobalto del mare. La Taylor portò per sempre nel suo cuore Ischia e il ricordo di quei giorni indimenticabili che contribuirono a far entrare nella leggenda “Cleopatra”, che resta uno dei film più amati e più visti di tutti i tempi.

Eduardo Paola

(Articolo pubblicato su “L’Espresso Napoletano” nel numero di Aprile 2014)